30/10/2008

mi scuso se utilizzo questo spazio per delle considerazioni personali ma, ieri, mercoledì 29 ottobre
2008, é mancato mio padre Gigi Mazzullo, nato a Milano il 26 febbraio 1920.

Devo a lui la mia passione per l’automobilismo ma il mio debito non si limita a questo, se sono una persona che crede negli altri, nella democrazia, nella tolleranza, nella giustizia e nell’onestà lo devo totalmente a lui e a mia madre.

Gigi, l’ho sempre chiamato per nome, ha pagato duramente il suo credere in questi valori, venendo imprigionato come Partigiano e deportato nei campi di sterminio in Germania. Alla liberazione del campo di  Dachau pesava meno di 30 Kg. Se viviamo in un paese (ancora) libero lo dobbiamo  a chi ha messo ha repentaglio la propria vita per il bene di tutti ed é importante  rammentare che ben pochi di loro hanno fatto ritorno a casa. Per mantenere vivo questo ricordo ho preso il suo posto nel Comitato Internazionale che cura la memoria della Deportazione nel campo di Dachau e che gestisce il museo, visitato, annualmente oltre un milione di persone.

La grande passione di Gigi é stata il volo. Ha frequentato l’accademia Aeronautica prima della guerra
ed ha prestato servizio dalla fine del conflitto sino a metà degli anni sessanta. Ha avuto anche tre gravi incidenti, precipitando per ben due volte, cavandosela sempre, anche se, probabilmente a causa di questi
impatti, ha subito delle lesioni che, negli ultimi anni gli hanno precluso la deambulazione.

Quando la carriera gli avrebbe limitato la possibilità di continuare a volare ha preferito abbandonare l’Aeronautica per dedicarsi ad altro. Ha trascorso un periodo in Messico, lavorando per conto della Olivetti per poi cambiare, più volteattività spaziando in settori estremamente diversi.

Ha dovuto superare periodi estremamente difficili con grandissima dignità, fedele ai suoi principi.

Appassionato di tecnica, curioso degli sviluppi tecnologici ha sempre avuto, sino agli ultimi momenti la straordinaria capacità di essere ironico, con la battuta sempre pronta.

Ancora due settimane fa, ormai molto stanco e provato, poco prima che l’età ed i suoi malanni lo portassero a spegnersi nel sonno, ha avuto la forza di fare una battuta, tipica del suo modo di essere. Pur nel grande dolore per avere perso una persona che mi ha insegnato tanto, ho il piacere di ricordarlo brillante, con il gusto di sdrammatizzare, sempre e comunque.

Gli ho voluto bene e gliene vorrò sempre. Sono certo che ora potrà riposarsi e tornare a volare nei suoi amati spazi celesti, almeno nei ricordi di chi gli é stato vicino.

Ciao Gigi !!

tuo figlio Gianluca

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